A proposito di “Sinapsi game”

…Ho ammirato il suo coraggio di arrivare al cuore delle cose, scrollandosi di dosso le incrostazioni rassicuranti della cultura con cui cerchiamo di rendere accettabile, classificandolo in categorie logiche, ciò che non è spiegabile e che ti colpisce allo stomaco come il pugno ben assestato del pugile che ha fatto breccia nella difesa dell’avversario… E non è un caso che il cuore, con tutte le accezioni simboliche di cui l’abbiamo fatto carico, compaia così spesso nei lavori dell’artista… Attraverso una forma espressiva che dal Dadaismo e Surrealismo arriva alla Pop Art, da cui mutua l’uso di forme standard degli oggetti di largo consumo, perché si rendano veicoli asettici di emozioni profonde per approdare ai lidi dell’Art Brut, avevo risalito con l’artista la corrente che porta, pur se con forme diverse, all’urlo di Munch: l’esperienza del dolore che affonda le radici in profondità . “Sinapsi Game” è un gioco che mette le ali ai piedi e i pattini a rotelle al gatto e al cagnolino, mentre la testa vola e un bimbo ha perso il cuore. Viaggio alla ricerca del cuore perduto, con tanta dolcezza e un pizzico di crudeltà, o viceversa. Una bimba – biancovestita – scarta pericolosamente caramelle col coltellino affilato e si ritrova là in un banco di “squola”, mentre la mamma è un puzzle di gambe, braccia, testa e mani, natanti nello spazio da ricomporre adagio, potresti farle male. “Sinapsi Game”. Un’immagine tira l’altra e tutte insieme formano una storia, mia e tua. Cosa c’è nella tua piccola valigia di cartone? Hai messo dentro tutte le cosucce a posto? Una testa piccolina, con le ossa del bacino, un feto addormentato sull’onda della luna, ed un teschietto tenero da rotolare sull’erba del campetto, dove la mamma bianca protegge e vigila…

Mimma Pasqua

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